Prima dell’ultimo giorno cerco la pace
Quella dei pascoli erbosi che mi fa riposare,
e delle acque tranquille mi conduce.
L’abbraccio di Dio.
Quale atroce conflitto tra il sopravvivere nel dolore e morire nei pascoli erbosi.
Pascoli che David cantava come augurio di lunga vita e io mi auguro di pace eterna.
Quindi te lo chiedo, parole che fanno sanguinare la mia lingua, ma te lo chiedo:
“Sei in pace?”
Mi rispondi con la mano come dire “più o meno”
Il terribile buio dell’esistenza, la morte, che solo la grande fede di un religioso può vincere o forse la fragilità di uno stolto.
Ti guardo, ti accarezzo i capelli e ti suggerisco di cercare le braccia di Dio, perché solo in questa calda e infantile illusione puoi trovare la pace.
Ma poi mi inginocchio e supplico il miracolo, ricordano le parole di Gesù riportate nel Vangelo di San Marco:
“Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu”
Sia quel che sia.